La gestione delle emozioni, in particolar modo della rabbia, riveste un ruolo cruciale nello sviluppo emotivo di bambine, bambini e adolescenti, che spesso si trovano ad affrontare sentimenti complessi e difficili da esprimere.

Non è raro che giovani e giovanissimi incontrino difficoltà nel manifestare i propri sentimenti, soprattutto dopo momenti di particolare complessità o cambiamenti significativi nella loro vita.

Una tendenza crescente sembra infatti portare a trattenere le emozioni legate alla rabbia, ma crescere un bambino sereno non implica metterlo al riparo completamente dalle cosiddette emozioni negative.

Rabbia, tristezza, paura sono parte integrante di tutti noi e devono essere affrontate e comprese. Negarle o bloccarle non solo è controproducente ma può anche ostacolare lo sviluppo sano di un bambino.

L’alfabetizzazione emotiva si rivela dunque importante poiché aiuta a conoscere, validare ed esprimere in modo costruttivo il proprio mondo interiore, favorendo un sano processo di crescita.

Dove nasce la rabbia a scuola

La rabbia è considerata una delle emozioni primarie, è innata e universale e trascende età, culture e gruppi sociali. È strettamente correlata a frustrazione, delusione, vergogna e paura, sentimenti che i bambini (ma anche gli adulti) faticano a riconoscere e comunicare.

Arrabbiarsi dunque è naturale e comune a tutti.

Tuttavia a scuola è sempre più frequente assistere a situazioni in cui gli alunni perdono il controllo, manifestando comportamenti rabbiosi che possono sfociare in eccessi verbali e fisici.
Queste esplosioni emotive possono avere un effetto destabilizzante sul clima in classe, generando conflitti nelle relazioni tra i compagni.

Vediamo alcuni motivi per cui i bambini si possono arrabbiare in ambito scolastico:

  • Percepire la propria impreparazione ad una verifica
  • Sentirsi insicuri nell’affrontare una prova
  • Mancanza di controllo dell’impazienza
  • Non essere riusciti in un’attività, nonostante l’impegno e la concentrazione
  • Essere preoccupati

Come detto poco sopra, nonostante sia un’emozione normale e utile al nostro sistema adattivo, la rabbia è ancora considerata scomoda e negativa.

È invece fondamentale insegnare ai bambini a riconoscerla, darle un nome e accettarla come parte legittima delle loro esperienze di crescita.

Strumenti per un laboratorio sulla rabbia

Attraverso un dialogo aperto, insegnanti e studenti possano collaborare per sviluppare un vocabolario più sfumato ed espressivo. L’obiettivo è quello di favorire una comunicazione empatica e profonda tra compagni, incoraggiando la condivisione di tutte le emozioni, anche quelle più ‘spiacevoli’.

Il dialogo diventa quindi un veicolo non solo di comprensione reciproca, ma anche di arricchimento linguistico che contribuisce a creare un ambiente scolastico più inclusivo.

Ecco due strumenti da poter utilizzare nella scuola primaria.

“Che rabbia!”

Il libro scritto da Louison Nielman, psicologa clinica, e illustrato da Nathalie Janer inizia con un lupo nero arrabbiato che invade la cucina della mamma durante la colazione.

La storia segue la mamma che affronta il lupo arrabbiato con tranquillità, portandolo lentamente a calmarsi. La conclusione sorprendente rivela la trasformazione del lupo in Lisa, la figlia, che abbraccia amorevolmente la mamma.

Questo testo unico nel suo approccio alla gestione di quest’emozione offre un modo originale di affrontare la rabbia, differenziandosi dagli altri libri sul mercato.

Il termometro della rabbia

Il termometro della rabbia si configura come uno strumento educativo utile in classe, consentendo di esplorare i vari gradi di intensità associati alla rabbia e i modi distinti attraverso cui può manifestarsi.

Questa risorsa non solo agevola la comprensione delle diverse sfumature, ma facilita anche una comprensione più immediata del livello di frustrazione o irritazione che possono sperimentare i bambini.

Qui puoi scaricare il template vuoto da utilizzare nel laboratorio.

Qui puoi trovare altri spunti bibliografici “10+1 libri sulle emozioni per bambini”

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